mercoledì 15 agosto 2012

La Repubblica delle banane



Scrive il nostro Giovanni: http://www.facebook.com/giofavia/posts/453690844662613

Operazione di sciacallaggio da parte della redazione nazionale di Repubblica (giocando sul fatto che i cittadini non conoscono come funziona la pubblica amministrazione): mie foto un po' ovunque, al fianco di Grillo paragonato a Mussolini. Il focus è su di me e si fa intendere, con i titoli, che io paghi per ottenere visibilità o per manipolare l’informazione. Ecco invece la realtà dei fatti ed il mio pensiero sulla questione: 1) Non ho bisogno di pagare per farmi vedere in TV. Negli ultimi mesi avrò rifiutato circa trenta inviti tra Rai Mediaset e La7, su palchi ben più mediatici e nazionali del micro studio locale di 7 gold che frequento da due anni (a proposito, è una trasmissione che va in onda anche sulla tv locale ma principalmente radiofonica, sia come impostazione sia come ascolti)
2) I Talk show nazionali, per noi ora sono diventate trappole. Non si riesce a parlare di cose concrete ne ad esprimere pienamente o approfondire un concetto. Il problema non è lo strumento TV (come mi ha detto Beppe che è favorevole a partecipare alle trasmissioni locali) ma come lo si utilizza. Anzi la TV se fosse utilizzata a dovere avrebbe una potenza in positivo enorme per la società.
3) La legge 150 del 2000, prevede per le pubbliche amministrazioni (sia consigli che giunte, quindi sia assessorati che gruppi consiliari) lo sviluppo della comunicazione istituzionale, al fine di informare i cittadini su ciò che avviene nell’ente e stimolare la partecipazione alla vita polita, quindi un voto consapevole. 

4) Lo statuto della regione Emilia-Romagna divide le funzioni tra giunta e consiglio (come tra governo e parlamento). E’, tra gli altri, compito del Consiglio (eletto dai cittadini) informare i cittadini di come governa la giunta (presidente più nominati), la quale investe in comunicazione mln (si, milioni) di € all’anno proprio per far passare la “propaganda di governo”. Quindi noi dobbiamo avere gli strumenti pubblici, perché lo dice la nostra costituzione regionale, per poter controbilanciare lo strapotere della giunta contrastando l’asimmetria informativa. Sono certo che anche in Piemonte i consiglieri a 5 stelle utilizzino strumenti analoghi, ed è giusto che sia così.

5) Da molti anni sulla TV regionale 7gold, nella fascia mattutina delle 7, va in onda una trasmissione d’approfondimento sul consiglio regionale. Vi partecipano I CONSIGLIERI DI TUTTE LE FORZE POLITICHE. La trasmissione è senza filtri o manipolazioni, in diretta e col telefono aperto alle domande dei cittadini, non del Bruno Vespa di turno. Di solito i consiglieri degli altri partiti si beccano una sfilza di nomi nelle telefonate, a noi del m5s invece va un po’ meglio… Comunque nessuno compra domande o favori, anzi.

6) Le TV locali, non ricevono finanziamenti pubblici. Per finanziarsi hanno bisogno di cedere gli spazi a pagamento.

7) I costi della rete privata sono molto bassi, per noi si parla di 200 € a fronte di una copertura di tutto il territorio. Stampare dei volantini ( che comunque utilizziamo) per ottenere lo stessa diffusione, ci costerebbe molto di più.

8) Pagano tutte le forze politiche tranne il Pd (pur partecipando!) al quale l’editore non chiede soldi. Perché?

6) Esiste un apposita voce nel bilancio dei gruppi consiliari, per sostenere questi costi previsti dalla legge. Noi siamo gli unici a pubblicare i dettagli di questo bilancio da cui si può dedurre come li investiamo. Il PD, solo come gruppo consiliare (non calcolo le cifre enormi mosse per la comunicazione dalla presidenza della giunta e dell’assemblea) spende all’anno 67.000 €. Ma della destinazione di questi soldi in rete non vi è traccia. Evidentemente al giornale di De Benedetti non interessa.

7) Sono a libro paga della giunta 31 giornalisti e 40 comunicatori. Volti noti dell’informazione vengono chiamati a pagamento per moderare dei dibattiti pagati dalla regione. Molti i contratti anche con le agenzie di marketing. La giunta ha un controllo sui media enorme.

8) E’ interesse del consiglio regionale che vi sia uno spazio in grado di aprire un focus plurale sull’attività della regione, di cui solitamente nessuno parla: i media locali si concentrano sui singoli comuni, i media generalisti sul parlamento. Le regioni muovono miliardi di Euro ma sono in una zona franca in cui gira solo la propaganda di governo.

7) La strategia di Errani in questi 15 anni è stata proprio quella di non far parlare della regione. Sia maggioranza che opposizione, della serie non facciamoci del male.

8) Da quando siamo arrivati stanno iniziando a finire i canditi.

9) L’operazione di Repubblica è congeniale al PD. Se non si facesse più questa trasmissione LIBERA E MOLTO SEGUITA dove le opposizioni intervengono criticando e denunciando le scelte della regione, il PD potrà festeggiare perchè si sarebbe liberato di un problema.

10) Chi critica il fatto che non sia giusto acquistare questi spazi, sicuramente sarà anche contro la par condicio. Infatti le regioni (quindi soldi pubblici) in campagna elettorale pagano i mag, (degli spazi televisivi) che utilizzano tutte le forze politiche in funzione della par condicio, come si fa con i manifesti sulle plance pubbliche.

11) Continua

In questo caso si vuole continuare un minimo d’informazione anche fuori dalla campagna elettorale. Penso sia importante.

11) Purtroppo esiste il digital divide anche nella nostre regione. Internet è il nostro primo strumento ma ha ancora, oltre alle enormi potenzialità alcuni limiti (pensiamo ai comuni montani).

12)Questa mattina ero nella home di repubblica nazionale al fianco della Merkel come importanza, e nel sito regionale la mia foto era in cima, tre notizie prima del consiglio straordinario sulla richiesta di rinvio a giudizio per Errani sul mln di Euro arrivato in maniera illegittima alla cooperativa del fratello. La Repubblica delle banane, del Pd e di Enel. Più che delle idee.

13) L’unico punto discutibile di questa vicenda, è che non vi fosse la scritta in sovrimpressione che informasse che lo spazio fosse a committenza pubblica. A mia precisa il domanda il conduttore rispose che l’importante era informare i suoi ascoltatori e che lui lo spiegava in diretta. In ogni caso è responsabilità dell’editore rispettare (nel caso in cui non lo fossero state) le norme di agcom e corecom. Noi sul nostro sito abbiamo sempre dichiarato costi e servizio con trasparenza. Unici a farlo. Il non scoop di Repubblica è comunque in ritardo di due anni, si vede che si sta avvicinando la campagna elettorale.

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