Per continuare ad in-formare sul discorso fotovoltaico, diciamo due parole sulla delibera dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna del 6 dicembre scorso. Con questo documento vengono individuate le aree e i siti per l'installazione degli impianti di energia elettrica che utilizzano la fonte solare fotovoltaica. Per quanto riguarda l’installazione a terra degli impianti, la delibera individua diverse tipologie di aree, caratterizzate da differenti livelli di tutela, in relazione alla presenza di vincoli di natura paesaggistica e ambientale e alle caratteristiche del territorio. Infatti come si legge nella cartina stillata dalla Regione vi sono due tipi di aree: quelle idonee e quelle non idonee all'installazione di impianti ubicati al suolo. In particolare notiamo che fra le prime (aree idonee) troviamo zone dove “qualora l'impianto sia realizzato da un'impresa agricola, la superficie occupata dall'impianto fotovoltaico non sia superiore al 10% della superficie agricola disponibile, la potenza nominale complessiva dell'impianto sia pari a 200 Kw più 10 Kw di potenza installata eccedente il limite dei 200 Kw per ogni ettaro di terreno posseduto, con un massimo di 1 Mw per impresa e l'impianto risulti coerente con le caratteristiche essenziali e gli elementi” del territorio. (Fonte: http://ermes.regione.emilia-romagna.it/notizie/la-regione-per/Fotovoltaico-approvata-delibera-sulla-localizzazione-degli-impianti)
In merito alle aree non idonee troviamo zone di tutela naturalistica, della costa e dell'arenile; sistemi forestali e boschivi; crinali, calanchi, complessi archeologici, aree e immobili di notevole interesse pubblico; parchi nazionali, interregionali e regionali; aree incluse nelle Riserve Naturali ed aree umide incluse nella Rete Natura 2000. Questo per quanto riguarda il suolo, mentre non sono previsti limiti particolari per gli impianti collocati su edifici. In questo caso, proprio per diffondere questo tipo di produzione di energia rinnovabile, i pannelli potranno essere collocati sugli edifici esistenti ovunque ubicati, ferma restando l’osservanza della normativa di tutela degli stessi e delle norme di sicurezza sismica.
Infine ciò che vorremmo sottolineare è il fatto che anche dalla Regione arriva un segnale di tutela del suolo, visto che prima di occupare un bene fondamentale come questo bisognerebbe riempire tutti i tetti presenti. Anche noi, come Movimento 5 Stelle Codigoro, vogliamo evidenziare che l'occupazione dei terreni agricoli con pannelli porta a due alternative: o quella di mettersi a mangiare silicio e pagare una mela o una carota un sacco di soldi, visto che dopo vent'anni il campo coltivabile subirebbe un danno non indifferente, oppure puntare alla copertura degli edifici, cominciando da quelli pubblici, comuni, province, scuole, ospedali, e così via, che potrebbero fruire di risorse aggiuntive nel rispetto totale della natura e dell'ambiente. Ci pare che la scelta, ovviamente, debba vertere della seconda ipotesi.
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