venerdì 4 marzo 2011

CHIUDERE IL SANT’ANNA ED IL PRONTO SOCCORSO
SIGNIFICA FERIRE NUOVAMENTE LA CITTA’


  1. IL MOVIMENTO 5 STELLE SPERA E CHIEDE CHE LO SCANDALO SANITARIO NAZIONALE DELL’OSPEDALE DI CONA ED IL GRAVE DANNO ARRECATO AI FERRARESI IN VENTI ANNI, POSSANO ESSERE PARZIALMENTE ATTENUATI DA:
  • rapida apertura del nuovo ospedale, contestuale completamento delle infrastrutture necessarie (bretella via Ravenna/Comacchio/Pomposa, tangenziale est, tangenziale ovest, ferrovia suburbana di superficie, accessi al nuovo ospedale) ed adeguati collegamenti pubblici per raggiungerlo (Bus, treno).
  • Effettiva alta qualità dell’assistenza ospedaliera promessa a Cona.
  • Parcheggi gratuiti.
  • Ritorno a casa gratuito per chi accede all’ospedale in ambulanza in codice bianco o verde.
  • Mantenimento in città dell’ospedale Sant’Anna e del Pronto soccorso (PIANO B)

  1. PERCHE’ SI DEVE MANTENERE L’OSPEDALE IN CITTA’ (PIANO B)?
  • Spostare l’ospedale a Cona significa allontanarlo di 9 Km dal baricentro del bacino di utenza, aumentando i disagi dei cittadini che necessitano di assistenza ospedaliera. Saranno penalizzati soprattutto anziani e i famigliari che assistono i ricoverati.
  • Nessuna città capoluogo della regione si è mai privata dell’ospedale e del pronto soccorso in centro. Anche dove ne è stato costruito uno nuovo fuori città (Modena), si sono mantenuti e ristrutturati l’ospedale cittadino ed il pronto soccorso. A Ferrara nemmeno gli ipermercati sono a 9 Km dal centro, per non parlare di Turbogas ed Inceneritore, attivi a poche centinaia di metri dalle finestre di quartieri densamente popolati.
  • Chiudere il Sant’Anna significa sottrarre ai cittadini importanti terapie oggi disponibili in città e fruibili in giornata in day hospital: chemioterapia, radioterapia, oncologia, medicina, ecc.
  • Lo spostamento a Cona ridurrà in città i posti destinati alla dialisi.
  • Il pronto soccorso in città gestisce attualmente 15 mila accessi all’anno di soli codici bianco e verde, durante la notte (20-8) e nei giorni sabato, domenica, festivi e ponti. Questi cittadini dovranno recarsi a Cona per un taglio, una distorsione, una colica renale o addominale, una cefalea, una febbre, un versamento articolare, uno stato d’ansia, una difficoltà urinaria ecc. Ricordiamo che a Ferrara un cittadino su tre ha più di 65 anni.
  • Un solo pronto soccorso a Cona aumenta i tempi di rientro delle ambulanze (dimostrato da indagine effettuata dall’azienda). Ciò aumenta i rischi per il paziente nei casi di arresto cardiaco, sindrome coronarica acuta, trauma, ictus, insufficienza respiratoria acuta (First hour quintet). I quartieri Centro città, Barco, Ponte, Francolino, Porotto, Cassana, Mizzana, Vallelunga (oltre a Bondeno, Vigarano, Santa Maria Maddalena ed altri Comuni) saranno pesantemente penalizzati nell’emergenza.
  • I due direttori generali delle aziende sanitarie hanno dichiarato pubblicamente “Al pronto soccorso in 20 minuti, emodinamica in 20 minuti non oltre, pena la perdita di tessuto cardiaco” “Per cuore, cervello e traumi il minuto fa la differenza”. Noi diciamo: se il tempo di rientro delle ambulanze in ospedale non è importante, perché usano le sirene e passano con il rosso?
  • Ferrara ha il numero più elevato di decessi per infarto nella regione e tra i più alti in Italia. Un recente Audit effettuato presso l’ospedale Sant’Anna da un gruppo di medici specialisti interni costituito ad hoc, ha riscontrato che solo l’80% dei casi di sindrome coronarica acuta (infarto) arriva in sala emodinamica entro le due ore. L’obbiettivo del Sant’Anna non raggiunto attualmente è il 100%. Spostando l’emodinamica a Cona questa percentuale aumenterà o diminuirà?
  • L’emodinamica dispone di personale per l’angioplastica presente in laboratorio dalle 8.30 alle 18. Molti casi di sindrome coronarica acuta (62,4%) si verificano in orario di chiusura. Se la gestione organizzativa dell’emergenza non è adeguata, questi pazienti devono attendere per l’angioplastica anche il tempo necessario per l’arrivo del personale medico in reperibilità.
  • I posti letti a Cona sono inferiori a quelli disponibili al Sant’Anna. Per la degenza ordinaria 102 in meno, per il Day Hospital 41 in meno (fonte siti web Sant’Anna e Cona).
Oggi al S. Anna c’é il cronico problema delle barelle e sappiamo che la popolazione invecchia sempre più, spesso vive sola, molti sono poveri e cercano ospizio nell'ospedale perché sanno come curarsi a casa. A Cona questo fenomeno peggiorerà?
  • A Cona non c’è sufficiente spazio per la Facoltà di Medicina, né esistono i fondi per costruire nuovi fabbricati in tempi adeguati. D’altro canto al Sant’Anna le cliniche universitarie sono idonee e disponibili e le aule universitarie funzionano. In pochi anni Ferrara ha già perso 30 scuole di specializzazione a favore di Bologna e Modena. Vogliamo continuare cosi?

  1. PIANO B (come da Risoluzione Ppf in consiglio comunale straordinario di giugno 2010)
  • Sant’Anna in città, piccolo ospedale d’eccellenza (100-200 posti letto), con focus sulla popolazione anziana (cardiologia, urologia, ortopedia, terapie del dolore..), riorganizzato nelle cliniche universitarie.
  • Pronto soccorso in città.
  • Ridimensionamento dei posti letto a Cona ed aumento degli spazi universitari. No ai nuovi fabbricati universitari a Cona.

  1. PERCHE’ IL REFERENDUM
  • Per consultare la popolazione mai sentita prima in vent’anni.
  • Per indurre la classe politica a prendere in considerazione il PIANO B.
  • Perché il M5S preferisce dare ai cittadini la possibilità di esprimersi in una consultazione popolare, autogestita ed autofinanziata, piuttosto che fare inutili banchetti per raccogliere firme contro Berlusconi, come fa il Pd con i soldi dei rimborsi elettorali, cioè nostri!
  • Perché vogliamo verificare con i cittadini quanto dichiarato sul referendum da Rinaldi “il referendum è un falso problema” e da Tagliani “è bassa propaganda”.
  • Perché siamo contrari alla speculazione edilizia nell’area del Sant’Anna (clinica privata, villette e negozi) che sottrarrebbe alla città lo spazio destinato da un secolo ai servizi sanitari e ospedalieri.   

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